Da qualche mese non scriveva un racconto.
Qualcosa in lei si era spiegazzato come un aquilone che non era stato portato a volare come promesso; qualcosa si era offeso, si era spaventato.
Battuta d’arresto: quel sorriso inaspettato l’aveva ferita.
Aveva sognato di camminare per lunghi deserti di pietra, e che era morto un bambino.
E il corpo: aveva preso l’abitudine di stringere le mascelle.
Ogni cosa che faceva, ogni luogo in cui stava, era come avesse una macchia.
Per ritrovare la strada, se lo ricorda ogni volta – come se fosse la prima volta che accade – occorre accendere candele. Ci vuole la musica.
Occorre ridarsi fiducia. Parecchie ore in solitaria.
Un libro, più di uno.
Una serata al cinema d’essai. Danzare.
Disegnare senza pensarci.
Eccellente agire senza pensarci, funziona meglio, così.
L’amore, l’amicizia, la scrittura, cucinare una torta.
Pensare meno, restare lievi, per non bloccare la vita a doppia mandata.
Oggi ha scritto una pagina, non è molto, ma la porta si è schiusa.
Il suo daemon è tornato a farsi sentire:
si era solo nascosto, e rideva di lei.
“ogni cosa e’ illuminata”
appunto!
ml
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indubbiamente 🙂 che fatica la semplicità
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Per ritrovare la strada… io ho ripreso a disegnare e a colorare, proprio come scrivi, senza pensarci molto, ascolto musica, tutti i tipi di musica a seconda dei momenti. E poi… quel “ridarsi fiducia”, dovrei ricordarlo più spesso!
Ciao Patrizia, che bel post! 👌🏽
Cristina
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Ciao Cristina…ridarsi fiducia e non scordarselo. Ricordiamolo a noi stesse e fra di noi. Verrò a leggerti 🙂
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Ogni tanto rileggo questo pezzo, e’ come un piccolo manuale di avvicinamento alla parola quando questa si allontana.
🙂
ml
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sembra ogni volta che non torni più. Invece, torna sempre 🙂
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