Aprile, 2017: l’esercizio è questo: pensa all’albero con cui giocavi quando eri bambino.
Il tuo albero.
Mentre i miei compagni di corso scrivono sui loro quaderni, mi accorgo di non non ricordare nessun albero in particolare: da bambina facevo soltanto incetta di libri, avrei voluto divorarli a pranzo e a cena.
Se i miei non me ne compravano abbastanza, rileggevo tutti quelli che trovavo in casa, mi fermavo con la testa all’insù a decifrare manifesti elettorali, le pubblicità.
Cercavo avidamente insegnamenti dalle lettere e dalle loro combinazioni alchemiche.
D’estate rimanevo spesso in casa a leggere, mentre i miei con borse e asciugamani scendevano in spiaggia. Detestavo fin da allora la folla di turisti, i corpi stretti in pochi metri quadrati di pance e sudore, la sabbia che mi scottava le piante dei piedi.
Però mi torna in mente un ricordo; non avevo un albero con cui dialogare, ma un’intera pineta.
Il pomeriggio giravo libera con la mia bicicletta verde. Dietro la villetta imbiancata a calce della mia famiglia attraversavo i sentieri scavati tra sterminate sterpaglie, piante di origano, per arrivare all’entrata stretta e bassa della casa dei pini.
Dentro quella tana, la domenica con mio padre e le sorelle giocavamo a bocce, costruivamo finte barchette. Altre volte, con un’amica, ispezionavo le fondamenta accecanti, le pietre bianche rimaste di un’abitazione misteriosa, che poteva essere stata distrutta cinquant’anni prima – o cinquecento.
L’ esercizio continua: cosa ti dice il tuo albero?
La pineta, alberi snelli e scuri come le donne di un coro greco, sussurra a quella bambina di dieci anni:
– Avrai una vita difficile, ma anche la forza di superare tutto, se ti collegherai a noi; se prenderai energia dalla natura.
Lei sapeva che avrei scoperto due decenni più tardi – per mia fortuna – che la vita non è fatta solo di libri.
La vita non è fatta solo di libri, però e’ bello ritrovare nei libri la propria vita è tante altre 🙂
(alberi snelli e scuri come le donne di un coro greco…è avere personalità nella scrittura)
ml
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ciao Massimo, la mia fortuna è stata di aspirare l’essenza dei libri, come se li avessi arrotolati e fumati (citazione) e di non appesantirmi con l’eccesso di “mente”. Solo così si può lasciare aperto il cuore 🙂 ma i libri mi hanno formato, sono fatta di pagine.
Inoltre chi scrive non può caricarsi di libri. Lasciamolo fare ai critici letterari.
buona giornata!
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