Gli dei indaffarati quando forgiano umani

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Gli dei sono sempre al lavoro, a marchiare i destini sui polsi, le stelle sulla fronte.
Gran sferragliare di motori, pistoni.
Una fucina perpetua, Nettuno sbuffa, magnifico, sudato e irato.
Tutte le luci accese.

Mentre i lavoranti forgiano i corpi, tessono capelli in una nuvola di coloranti arcani, odore acuto di trementina, gli dei filosofi stazionano in grandi salotti, piano rialzato, chini sopra grandi plastici al profumo di vecchi sigari e di stuoia indiana.

Quelli di sopra sono dei assai sensibili ma anche sbrigativi.
La lente di ingrandimento è spianata, in azione perpetua fra i simulacri di uomini stesi nelle loro custodie, separate braccia da braccia, pronti al decollo.

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E’ tutto un gran sprimacciare di giacchette, di piccoli nasi.
Si lamentano fra loro i Superni da secoli, non hanno tempo di riflettere a fondo su ogni sorte registrata con timbro d’argento nella nuca dei manufatti preziosi.

E quelli che tornano indietro, a ciclo finito, son portati d’urgenza nella grande sala delle piccole sfere colorate.
Il sotterraneo.
Qualcuno soppesa ogni storia, ogni racconto è ripetuto per allargare le trame, gli elastici, i bottoni.
Le statuette di terracotta son diventate voci.

Ritorna indietro: replay.
Raccontami tutto con calma, c’è tempo.
Ogni voce si sente dentro un arazzo, come nelle tessere, nel disegno nei colori di un abbraccio infinito.

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Alessandro Vergari recensisce la mia raccolta di racconti sul blog di Nicola Vacca (grazie)

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“In alcuni casi il luogo di ambientazione dei racconti è la provincia emiliana, limpida e sospesa come nelle fotografie di Luigi Ghirri, in particolare quelle che ritraggono interni consumati dal tempo e oggetti avvolti da un eternità fragile, stemperata in colori tenui. Cloe la parrucchiera svolge il suo mestiere ad Anzola, il paese alle porte di Bologna in cui la scrittrice vive e opera. Cloe è una vigile sentinella del territorio, una fonte di saggezza, un bodhisattva generoso nel dispensare illuminazioni. “Ha il dono di sapere ascoltare gli altri nei loro tumulti interiori, e possiede le parole giuste per aiutarli. Il suo negozio può rivelarsi una rete di farfalle per donne che hanno bisogno di liberarsi da pesi angosciosi, dalla presenza di fratelli egoisti, da lavori mal retribuiti, per cercarne altri”. Invece il Signor e la Signora Flick “hanno avuto un’infanzia priva di fuochi d’artificio, e genitori contadini di un’Anzola diversa da quella di adesso con mille fabbriche, opulenta, ricca di giardini con l’erba sempre tagliata alla perfezione. Sono figli dell’Anzola povera dove la terra comandava”. Lei, dipendente e fondatrice della biblioteca comunale, reagisce con spirito buddhistico all’incendio doloso che, una notte, ne devasta i locali. Non è forse vero che ogni difficoltà è un invito a fare meglio? “La signora Flick passò la giornata a lavorare come mai aveva fatto, spremendo le sue forze come il succo di limone dalla sua buccia”.”

Leggi tutta la recensione qui  L’incredibile intreccio di Vita e Letteratura

Il mio libro a Bologna, a Cento, a Manduria, a Brindisi, a Supersano

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Prossime presentazioni della mia raccolta di racconti “Incredibili vite nascoste nei libri”, Musicaos Editore 

Venerdì 9 marzo alle ore 18.30
via Borgo San Pietro, a BOLOGNA
BOrgo22 presenta “Zoubida il mediatore, Nena la benefattrice, tratto da “incredibili vite nascoste nei libri” (Musicaos Editore) di Patrizia Caffiero. 
Saranno presenti, oltre l’autrice, Ali Tanveer di Next Generation Italy, Fatima Zahra, Souaad Tazarini.
Saranno letti alcuni brani del racconto.
Dopo la presentazione ci sarà un buffet per i presenti

Sabato 10 marzo alle ore 19.30
Art Cafè, Corso del Guercino, 76 a CENTO
la Libreria Albatros presenta “Incredibili vite nascoste nei libri”
Lisa Lambertini, scrittrice, dialoga con Patrizia Caffiero

Giovedì 22 marzo alle ore 14.30
Presentazione del libro al Liceo “F. De Sanctis – G. Galilei” – Via Sorani a MANDURIA

Sabato 24 marzo alle ore 17.30
Camera a Sud, Largo Otranto, 2 a BRINDISI
Presenta Rosella Apruzzi, docente. 
Interventi di Luciano Pagano, Musicaos editore.

Domenica 25 marzo alle ore 18.30
Mubo’s Cafè a SUPERSANO
Irene Mastradrea presenta l’autrice

Mercoledì 11 aprile alle ore 18.00
Il Gruppo Lettura della Biblioteca di BORGO PANIGALE incontrerà Patrizia Caffiero e il suo libro.
Sonia Borsarini dialoga con l’autrice

 

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scatto di Francesca Sgobio

L’amore al tempo delle castagne

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Era stato un anno così:
emozioni grosse come anatre
cacciate a forza in un imbuto, rimaste sottopelle
l’idilliaco sempre presente, insieme al dolore, alle morti tragiche di qualcuno,

e verso la fine, in autunno, quando le castagne tempestano la terra di spine
un innamoramento scosse il suo cuore
chiuso da anni come la persiana di un casale abbandonato.

E come rovinò a terra la polvere quando il principe passò là sotto
come la tenda bianca fece la svenevole, nascondendosi alla vista della strada
mentre i vetri arrossivano.

Ella non volle ammetterlo neppure con se stessa
e continuò a cucire in fretta dentro la casa magica
ridotta da una strega a un appartamento artistico
sbarrato da cento porte chiuse da mille chiavistelli fatati.

 

Il Poeta passeggiava con una cavalla candida di nome Splendore
nulla faceva presagire i nuovi eventi
cambiati all’improvviso come panni puliti
al posto di lenzuola sporche
come le carte di un mazzo nuovo al posto di un altro diventato logoro;
la principessa ne fu grandemente afflitta.

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Lo amò subito per i capelli lucenti, le mani bianche dalle dita lunghe
per la voce bassa, tremante, e per l’anima chiara nascosta, ma a tratti visibile dietro l’armatura d’argento.

Lui l’amò all’istante per la sua tristezza, per la sua gaia risata, per la solitudine feroce, per la condanna della casa stregata.
L’amò per i grandi occhi neri.
Quando il principe si allontanò dietro le curve colline
dopo averle rivolto parole di una dolcezza inaudita
Principessa cominciò a soffrire di molti mali inventati:
tossiva spesso, come se fosse in mezzo al mare, senza soccorso
sospirava come una pentola d’acqua che bolle sotto un fuoco ardente.

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Desiderava rivedere subito il ragazzo flessibile e alto come un giunco
ma al tempo stesso la spaventava il pensiero che davvero tornasse da lei.

Chiunque, dopo millenni di pene, si affeziona alla propria prigione.

Le prigioni sono stabili, sicure, proteggono dalla pioggia,
tengono lontane gli animali selvatici, e danno riparo ai piccoli insetti vulnerabili.

La principessa non poteva uscire dalla casa,
non poteva guardarsi allo specchio
nè parlare mai con anima viva
dei profondi pensieri del suo cuore.

Ma dentro la casa non mancava il pane caldo la mattina, e la scodella del pranzo.
Mani invisibili preparavano la cena, e allestivano la tavola di legno della sala
per la colazione del giorno dopo.

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Nella casa vi erano molte stanze, arredate per darle piacere:
una biblioteca, dove i libri per non annoiarsi si scambiavano di posto senza aiuto
i dorsi luccicanti di colori accesi;
una grande cucina antica, con una stufa di ghisa;
la camera l’avvolgeva con un grande letto a baldacchino
e lampade di ogni dimensione abbellivano ogni angolo.

Vi era la stanza dell’arte, con cavalletti, pennelli e tele
e uno sgabello di legno intagliato da un Mago.

La casa era rassettata dalle mani invisibili,
che tenevano sempre acceso il fuoco, e confezionavano vestiti nuovi
quando ce n’era bisogno.

Tutto questo era divenuto una piacevole abitudine
prima che il Principe passeggiasse sotto le finestre polverose.

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Nessuno conosce la fine della storia,
nè quale maledizione avesse rinchiuso la principessa.
Potremmo cominciare a chiederci se un drago dormisse in cantina, o nel bosco vicino la casa.

La vera battaglia si svolge nel petto di lei.
A forza di sognarlo, di ricordare il Poeta dai capelli fluenti e dalla voce fatata
si logora come la fiamma della candela.

Aspetteremo che la vita faccia il suo corso
chiudendo le palpebre, ascoltando la musica
facendoci portare con fiducia
dal vento del Nord che fa gonfiare le vele
e cadere i frutti dai rami più alti dell’albero.