Si era data da fare per asportare chirurgicamente il proprio cuore.
Aveva dipinto il fondale della sua esistenza, controllato il movimento degli astri, scongiurato il diavolo.
Ogni cosa da secoli si muoveva con grazia, ordine, e bellezza:
un grande orologio meccanico sopra un campanile del milleduecento.
La bellezza dell’equilibrio, la visione chiara. Il fuoco sempre acceso, ma sotto controllo.
Un ragazzo aveva aperto la porta, portato un vento commovente nelle stanze.
Un amore impossibile, ghiaccio sulle finestre, ceppi di legno pronti per la stufa.
Da allora una creatura invisibile abitava la tana del corpo, per sfamarsi della sua gioia.
Così è l’amore insensato, che pretende attenzione, che ruba la voce, fa tremare le mani.
Una luna sopra un’automobile, la bellezza sublime di un viso
la tristezza lunga come un fiume che non arriverà mai al mare.