Una mia recensione su “Outside” di David Bowie sulla rivista “Zona di disagio”
Il concept album “Outside”, diciannovesima opera di David Bowie, nasce prima di essere realizzato, viene creato da Bowie nelle lunghe conversazioni con il ritrovato amico e collaboratore Brian Eno. Per arrivare a “Outside”, l’artista fa un lungo cammino. Sono finiti gli anni ottanta, in cui Bowie è tacciato di produrre dischi puramente commerciali, che a noi “bowiani”, invece, fanno girare la testa per i capolavori che sono. Certamente l’interesse dell’artista, sin dall’inizio carriera, è di creare delle hit favolose, che comunichino con un mondo che man mano che la sua età avanza (ma è invecchiato poi mai David Bowie?) diventa globale. La sua stessa morte e la preparazione accurata, commovente, di livello, che vi dedica è ormai, per sempre, evento “cult” anche mediatico, che non smetterà di incidere a fondo con il pugnale della nostalgia bowiani e non.
Eno e Bowie si sono persi di vista dopo la produzione della…
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