I desideri esauditi

MSDORLA EC005

L’ inverosimile accadde, a quel tempo.
nel cielo: e chi si scorda la luna
un pazzo mezzogiorno di fuoco con cappello e stivali
ma senza furia né bava alla bocca.
Non c’era traccia d’ armi.
La mia ombra, lui, l’angelo.
Il mio Doppelgänger.
Sconcertati, ascoltammo in silenzio
il frullo delle ali barocche
nel vecchio casale
di divinità alianti che ci univano.
Un rispetto di foglia e di rosa, fra noi.
Era l’amore. Secco. Netto.
Non richiesto.
Uno scudiero regale, il ragazzo;
capelli lunghi e ritorti, alto e sottile
il corpo troppo perfetto. La voce d’attore.
Dovevo essere, per piacergli, com’ero:
senza fingere, fino al morso dell’essenza.
Ringraziai le divinità capricciose
che fossimo impediti da vincoli ottocenteschi
a legare il patto.
Per principio d’onore,
non ci legammo a promesse d’eternità.
Da giugno, andando verso l’inverno
discretamente piansi
con dolcezza monacale, guardando di tanto in tanto
una fotografia.
La sua assenza
non era priva d’amore. Illuminava.
Nel sogno, siamo partiti per il sud:
la piccola casa bianca
i gerani, l’albero dei limoni,
l’isolamento della contemplazione
esterrefatta
l’uno dell’altro.