Nuovi giorni

Amico, restiamo insieme a guardare
l’acino dell’uva buona caduto nella polvere
la felicità arresa
perduta per la strada
il cerchio che diventò metallo:
neppure due mani forti come l’oro
potevano riafferrare
la preda che aveva saltato il fosso
la memoria
gli anni del fiume
l’anello con la pietra che non sapevano
di possedere.


Un sorriso è l’arma
per proteggersi dalla morte di ogni cosa.
Gli uomini ricostruiranno il villaggio
spalla contro spalla, acerbi e vecchi
facendo leva con canne di bambù
nella fornace scalderanno i mattoni e i principi
del buon vivere.
La sera brinderanno con il vino dell’anno prima
la mattina ritroveranno il vigore,
crederanno nell’alba.

Il segreto

Il fiore sognato scalda la mattina
ha suonato per ore sulle palpebre chiuse
un contrabbasso.
Tu sei nata per svelare i segreti
per aprire le finestre sbarrate
cambiare l’aria della stanza
e i sentimenti dei reclusi.


Ma a metà del cammino l’ordine
è stato cambiato:
“Occorre apprendere su cosa tacere”.


Si tace sul lenzuolo steso sul letto
sulla striscia di luce apparsa sul muro
sui libri che resteranno senza padrone
sulla musica della notte.


Sorrideva riempiva tutti gli spazi
assegnava i compiti:
a cosa serve il pettine
la farina
chi brinderà con il calice
chi apparecchierà la tavola.


La piccola città è una soglia.
Nella città c’è un’antica dimora
con un portone di legno
in cima alla scala c’è un quadro
dove uno sconosciuto ha dipinto
la piccola città.


Le case si stringono
le une alle altre
si fanno forza gli alberi, il vecchio cortile.
La fontana, il pergolato, le tegole del tetto
si consolano a vicenda.


Nelle capitali dei poveri di spirito
nessuno insegna a ricordare cosa succede
quando si vola
e perché un fiore bianco non può fare a meno
di sorridere.