Pochi uomini mi hanno interessato, forse solo uno
ripensandoci a metà vita
o appena due.
Due ragazzi contorti, ostili, geniali, magici.
Ora che mi tornano in mente, so che riuscivano a
vedere
con l’ampiezza delle ali di gabbiano
la totalità del mio essere
e si legavano
alle contraddizioni oscure che mi abitano.
Poi, una piccola schiera di anime riappare sullo schermo:
loro mi hanno accompagnato, talvolta, ma lasciandomi comunque
in solitudine:
uno mi rapì perché sapeva come ridere
un altro per la conoscenza di un libro
me ne piacque uno perché aveva del gatto randagio e del mezzo assassino.
Mi infatuai di altre ombre, di proiezioni lunari, di alcuni fantasmi,
di una mano sfiorata, delle parole non dette,
di un puledro selvatico che non sentiva ragioni, e volle convincermi a fare una bravata.
Mi vengono in mente, mentre la nave riparte, attratta da luci di posizione lontane
dalla mandria di pesci chiusa nel sottobosco dell’acqua.
Una preghiera per il nuovo anno
mentre stanno per arrivare i pirati
dall’altra metà del mondo.
Una preghiera che dal mare approda al cielo.