Nell’altra vita prendemmo la montagna
con quattro o cinque amici senza giudizio, come noi.
In questa, si è smarrito ogni ricordo
di quando restavamo accovacciati fra le foglie
fermando il respiro, sopportando gli insetti, la fame, il gelo.
Noi Resistemmo. Eravamo in tanti.
Scorbutici, pieni di umorismo, gentili, irascibili, visionari: stretti l’uno all’altro dall’ideale.
Restammo uniti.
Oggi ci riconosci dal fremito di insofferenza negli occhi
dal sopracciglio alzato all’improvviso.
Sotto la nostra pelle restano accese le braci.
Nella vita precedente hai imbracciato il fucile, hai difeso il compagno
Ero uomo o donna, non ricordo.
Non siamo cambiati; solo, diventati del colore del fiume
mimetizzàti, forse in attesa, morti di nostalgia, desiderosi
di contare di nuovo fratelli e sorelle. Siamo in ascolto.
Non ci hanno mai avuto, neppure fermandoci con le pallottole, quando ci fecero scivolare
sul crinale coperto di neve e sassi per farci morire.
Te lo ricordi, adesso?
Chiamammo la madre, guardammo il cielo.
Non siamo cambiati, siamo tanti. Crediamo.
Oggi riconosciamo un compagno
dal suo odore, dal modo di indossare una camicia
e dagli occhi stellati.
(Patrizia Caffiero)
(L’immagine è tratta dal documentario “The Forgotten Front” di Paolo Soglia e Lorenzo K. Stanzani)
