Pasolinaggini, pasolinerie, pasolinutilità, dare fiato alla bocca, cianciare, improvvisarsi opinionisti, rimpiangere scioccamente ciò che non si conosce né si comprende; il qualunquismo italiano di cui parlavi era, rispetto all’oggi, pensiero di spessore, e le sottoculture oggi sono scivolate in un abisso.
L’80 % dei saggisti italiani hanno da sempre amputato la tua figura, sdraiandola sul letto di Procuste, cercando di ritagliare dalla tua grandezza la finestrella rassicurante del romanziere, del saggista, del drammaturgo, del cineasta, del poeta; incapaci di valutare la Forza e l’Unità della tua Opera.
Figurarsi il resto della ciurma che ti rincorre invano, come le frotte di bambini che inseguono urlando Nur ed Din (che disperato cerca Zumurrud).
Così recita l’Incipit de “L’Arcano di Pasolini ” di Jack Hirschman :
“Mi lasciate vivere? No.
Sono continuamente richiamato, risvegliato dalla mia vita
e mi si chiede di eseguire acrobazie per voi nel mondo
della morte che avete creato dalle cose.”
(Nell’immagine Pasolini in “Edipo re”, 1967)
